AGGIORNAMENTO.
“Solo Avital, regista di Los Angeles, cittadino statunitense nato in Israele“
pare sia l’autore
del video ideato come “satira politica”. Avevo scritto nel pezzo che segue:
«Erigere gigantesche statue d’oro sia
pure virtuali, in concorrenza al colosso di Rodi, potrebbe aver senso solo in
chiave di sberleffo al soggetto rappresentato, dunque a Trump. Se questo ne
fosse il senso, però, il presidente recidivo non avrebbe postato il video sul
suo account, anzi ne avrebbe proibito la diffusione. Invece no, sempre più
innamorato di sé, Trump lo mostra al mondo e quindi ci crede davvero».
Sostanzialmente, dunque, cambia poco. Il
presidente degli USA si è identificato nel personaggio rappresentato. La
satira politica è stata letta da lui come omaggio alla propria supposta
grandezza, perdendo il carattere di satira e acquisendo quello di verità futura.
Di conseguenza ciò che ne è stato scritto, da me e da altri, resta valido. * * *
Immaginare una riviera di lusso all’occidentale a
Gaza è di per sé un’offesa a quel minimo di senso etico che ancora alberga
nelle nostre società, devastate da anni e anni di condizionamenti attuati
dagli interessi economici mondiali.
Erigere gigantesche statue d’oro sia pure virtuali, in concorrenza al colosso
di Rodi, potrebbe aver senso solo in chiave di sberleffo al soggetto
rappresentato, dunque a Trump. Se questo ne fosse il senso, però, il
presidente recidivo non avrebbe postato il video sul suo account, anzi ne
avrebbe proibito la diffusione. Invece no, sempre più innamorato di sé, Trump
lo mostra al mondo e quindi ci crede davvero.
Lo sberleffo però in quel video esiste, anzi resiste a qualsiasi differente
lettura. Sta nelle danzatrici barbute e baffute – alludenti ai guerriglieri di Hamas, suggerisce Il
Sole 24 ORE – e nell’odalisca
che, chiappe al vento, s’intrattiene col presidente interamente vestito.
Diversamente da un comune guardone di corpi femminili, che sbircia
nascostamente dal buco di una qualche serratura, la statua aurea ricondotta
alla statura e al materiale biologico umano si è guadagnata un posto allo
scoperto, con un bicchiere godereccio in mano, grazie al potere economico che
vorrebbe esercitare anche lì, a Gaza, sulle macerie di edifici sventrati, su
resti e tracce di corpi dilaniati, distrutti da bombardamenti a tappeto, che
di quell’esito futuro verrebbero a costituire la premessa, la condizione per
quel farsi successivo. Con un affondo nella palude dell’osceno, che non può
che lasciare impietrite le donne in nero di Gaza, i loro uomini, barbuti e
non, e chiunque conservi un briciolo di umanità ancora non contaminata
dall’aureo veleno dell’effetto Trump.
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