giovedì 27 febbraio 2025

L’IA del VIDEO-TRUMP e IL SENSO DELL’OSCENO

Barbe danzanti e chiappe al vento a Gaza
Di Iole Natoli

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AGGIORNAMENTO. “Solo Avital, regista di Los Angeles, cittadino statunitense nato in Israele“ pare sia l’autore del video ideato come “satira politica”. Avevo scritto nel pezzo che segue: «Erigere gigantesche statue d’oro sia pure virtuali, in concorrenza al colosso di Rodi, potrebbe aver senso solo in chiave di sberleffo al soggetto rappresentato, dunque a Trump. Se questo ne fosse il senso, però, il presidente recidivo non avrebbe postato il video sul suo account, anzi ne avrebbe proibito la diffusione. Invece no, sempre più innamorato di sé, Trump lo mostra al mondo e quindi ci crede davvero».
Sostanzialmente, dunque, cambia poco. Il presidente degli USA si è identificato nel personaggio rappresentato. La satira politica è stata letta da lui come omaggio alla propria supposta grandezza, perdendo il carattere di satira e acquisendo quello di verità futura. Di conseguenza ciò che ne è stato scritto, da me e da altri, resta valido.
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Immaginare una riviera di lusso all’occidentale a Gaza è di per sé un’offesa a quel minimo di senso etico che ancora alberga nelle nostre società, devastate da anni e anni di condizionamenti attuati dagli interessi economici mondiali.
Erigere gigantesche statue d’oro sia pure virtuali, in concorrenza al colosso di Rodi, potrebbe aver senso solo in chiave di sberleffo al soggetto rappresentato, dunque a Trump. Se questo ne fosse il senso, però, il presidente recidivo non avrebbe postato il video sul suo account, anzi ne avrebbe proibito la diffusione. Invece no, sempre più innamorato di sé, Trump lo mostra al mondo e quindi ci crede davvero.
Lo sberleffo però in quel video esiste, anzi resiste a qualsiasi differente lettura. Sta nelle danzatrici barbute e baffute – alludenti ai guerriglieri di Hamas, suggerisce
Il Sole 24 ORE – e nell’odalisca che, chiappe al vento, s’intrattiene col presidente interamente vestito.
Diversamente da un comune guardone di corpi femminili, che sbircia nascostamente dal buco di una qualche serratura, la statua aurea ricondotta alla statura e al materiale biologico umano si è guadagnata un posto allo scoperto, con un bicchiere godereccio in mano, grazie al potere economico che vorrebbe esercitare anche lì, a Gaza, sulle macerie di edifici sventrati, su resti e tracce di corpi dilaniati, distrutti da bombardamenti a tappeto, che di quell’esito futuro verrebbero a costituire la premessa, la condizione per quel farsi successivo. Con un affondo nella palude dell’osceno, che non può che lasciare impietrite le donne in nero di Gaza, i loro uomini, barbuti e non, e chiunque conservi un briciolo di umanità ancora non contaminata dall’aureo veleno dell’effetto Trump.

 

27 Febbraio 2025

 

© Iole Natoli