lunedì 10 giugno 2013

Società e Diritto / REVISIONE DELLA LEGGE ELETTORALE



Accordo di Azione Comune scrive alle parlamentari

Alle Donne Parlamentari
Camera dei Deputati
Senato della Repubblica


Illustre deputata/senatrice
ci permettiamo rivolgerci a Lei, fiduciose nella sua attenzione e comprensione, a nome dell’ “Accordo di azione comune per la democrazia paritaria”, che raccoglie più di cinquanta associazioni, reti e movimenti di donne attive nella società civile allo scopo di promuovere la presenza paritaria delle donne nella vita politica in attuazione del principio di uguaglianza sostanziale di cui all’art. 3 della Costituzione e del principio di pari opportunità nell’accesso alle cariche elettive di cui all’art. 51  della Costituzione e in armonia con la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea divenuta vincolante per gli stati con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (Art. 23). (prosegui -->) 


Quali che possano essere i prossimi sviluppi della situazione politica, sembra certo che uno dei primi impegni del Parlamento dovrebbe essere una riforma della legge elettorale politica.

E’ noto che nessuna legge elettorale di per sé è in grado di assicurare una presenza paritaria delle donne nelle assemblee elettive; è tuttavia possibile introdurre nelle disposizioni elettorali, norme di garanzia che favoriscano la elezione delle donne: un intervento normativo appare oggi necessario ed urgente, indipendentemente dal sistema elettorale di riferimento. 

Si possono, infatti, individuare misure efficaci sia per il sistema di tipo proporzionale sia di tipo maggioritario nelle loro diverse variabili.

Qualora si adotti in tutto o in parte un sistema proporzionale, la prima garanzia può consistere in una disposizione che preveda che le liste comprendano un numero eguale di candidati uomini e di candidate donne; se fosse prevista l’espressione delle preferenze, dovrebbe essere introdotto, come è avvenuto con la legge 23 novembre 2012 n. 215  per le elezioni amministrative, la possibilità di esprimere due preferenze, purché una sia per una donna.    

Qualora si adotti, in tutto o in parte un sistema proporzionale, senza preferenze (le cosiddette liste bloccate), dovrebbe essere prevista l’alternanza in lista di uomini e di donne, compreso un ugual numero di donne e di uomini quali capilista.

Dovrebbe inoltre essere previsto che, in caso di dimissioni o di decadenza, per qualsiasi motivo, di uno o più eletti/e, debba subentrare il primo dei non eletti/e dello stesso genere dei dimissionari/e o dei decaduti/e.

Qualora invece si adottasse, in tutto o in parte, un sistema fondato sui collegi, bisognerebbe prevedere collegi non uninominali, ma binominali, nei quali vengono presentati un uomo e una donna, come, ad esempio prevede la legge attualmente in discussione al Parlamento francese.  Ogni voto è assegnato al ticket uomo/donna, che  in caso di vittoria del collegio sono eletti ambedue. In tal caso dovrebbero essere ridisegnati i collegi. Sarebbe inoltre opportuno, a nostro avviso, prevedere la possibilità di presentare le candidature in un unico collegio.

Auspichiamo che le donne elette sappiano fare rete e intervenire su tale materia in favore delle pari opportunità.   

Siamo a Vostra disposizione qualora desideriate maggiori dettagli in materia e vi porgiamo i più cordiali saluti e auguri di buon lavoro. 
Accordo di azione comune per la democrazia paritaria
danielacarla2@gmail.com • morronir@libero.it

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