mercoledì 19 maggio 2021

Il #COGNOME ancor oggi simbolo del Potere maschile LINGUAGGIO QUOTIDIANO e FEMMINISMO

COGNOMI considerati INSUFFICIENTI - quando non arbitrariamente SOPPRESSI - nella citazione ordinaria delle DONNE

di Iole Natoli

by tesoridiroma.net

 

Non è solo il problema del falso neutro, mediante il quale l'identità delle donne è nascosta, che deve attrarre la nostra attenzione, né solamente l'assenza del loro cognome da quello delle figlie e dei figli. Qualcos'altro attesta sistematicamente nel quotidiano la fragilità del diritto femminile al SUO cognome.

Non mi riferisco unicamente all’abuso, tipico di molti media, di chiamare col solo prenome le donne, quasi fossero le vicine di case di chi parla o chi scrive, di qualcuno cioè con cui le stesse dividono ogni giorno l’ascensore e forse il supermercato di quartiere; c’è la discriminazione costante sottesa all’uso del “la” o del "prenome", obbligatori soltanto per le donne.

Essere individuati dal cognome è privilegio unicamente maschile, come un tempo nell'antica Roma quando le donne non avevano un cognome, al pari degli schiavi liberati (Stefano Boring, link). Le donne devono specificare di NON essere un uomo, come l’utilizzo del solo cognome presupporrebbe. Se si nomina solo il cognome si può star certe/i che è ad un uomo che ci si sta riferendo.

A: «Mi piacerebbe che si scegliesse Cartabia quale Presidente della Repubblica».
B: «Cartabia? E sarebbe?».
A: «L’ex Presidente della Corte Costituzionale, che ora è Ministra della Giustizia!».
B: «Ah, già, la Cartabia! Beh…».
A: «Non ti piace?».
B: «Ma sì, certo, Marta Cartabia… solo che a me sembra più adatto Draghi».

Chiaramente è solo un esempio, che prescinde dalle competenze specifiche e dagli orientamenti politici. Se fosse donna, del suo prenome Draghi avrebbe per regola generale bisogno, ma in quanto è Uomo quel “Mario” viene scritto o pronunciato solo sporadicamente, in pura funzione di optional. Non occorre nemmeno l’articolo “il”. È il designato per antonomasia, il dominante nella nostra specie individuato come tale grazie all’uso netto, secco e inequivocabile del solo cognome.

Così per tutti, sia ben chiaro, l’attuale Premier non ne ha proprio colpa. Il punto è che ancor oggi il cognome è inconsciamente avvertito come di pertinenza maschile. La donna deve giustificarne l’uso con qualche malinconica stampella, che le viene graziosamente consegnata quando è presente sulla scena pubblica. Fedeli, Meloni, Boldrini, Carfagna, Bellanova e anche Cartabia, salvo qualche rara eccezione, con un “La” non musicale o col "prenome”.

19.05.2021

© Iole Natoli

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