venerdì 8 novembre 2013

LIBRI / La parola ai maschi di Monica Lanfranco




Monica Lanfranco


UOMINI CHE ODIANO
AMANO LE DONNE


Marea

Pagine: 169
Prezzo: € 14,00


   Risposte insolite a domande mai poste
Il silenzio vissuto dagli uomini
di Iole Natoli

Una reazione abbastanza frequente è lo stupore. Qualcuno mi chiede cosa penso di me e del sesso, anzi del mio appartenere a un sesso, quello maschile?
Una domanda che è già una riflessione, portatrice di un spiazzamento iniziale, ed è sottesa a molte delle risposte giunte a Monica Lanfranco dopo che il 6 giugno del 2012, dal suo blog su Il Fatto Quotidiano, lanciò ai lettori l’invito di rispondere per email ad alcuni quesiti, da lei pensati espressamente per loro. Risposte private oggi fruibili da tutti, perché pubblicate nel libro UOMINI CHE ODIANO AMANO LE DONNE, edito nel 2013 da Marea.   
  
Monica Lanfranco - © Iole Natoli
Incontro la giornalista e formatrice alla presentazione del testo presso la Biblioteca Parco Sempione di Milano.
«I primi giorni furono di silenzio», spiega, «a parte taluni commenti aspri e ingiuriosi apparsi, come solito corollario maschilista, sul web. Ma gli uomini che raccolsero l’invito ebbero subito un atteggiamento diverso, di riflessione più o meno ampia, di sincerità più o meno profonda, di voglia di entrare in relazione, che è poi l’aspetto più significativo dell’esperimento compiuto».
Un tentativo che ha un precedente, come la stessa Lanfranco dichiara, nell’iniziativa di Laurie Penny, collaboratrice del Guardian,
Un tentativo che ha un precedente, come la stessa Lanfranco dichiara, nell’iniziativa di Laurie Penny, collaboratrice del Guardian, che aveva rivolto agli uomini alcune domande sulla loro sessualità, chiedendo ai destinatari di risponderle in forma anonima.
I quesiti posti da Monica Lanfranco sono sei:
1 _ Che cos’è per te la sessualità?
2 _ Pensi che la violenza maschile sia una componente della sessualità maschile più di   
      quella femminile?
3 _ Cosa provi quando leggi di uomini che violentano le donne?
4 _ Ti senti coinvolto, e come, quando si parla di calo di desiderio?
5 _ Essere virile: che significa?
6 _ La pornografia influisce, e come, sulla tua sessualità?
Lanfranco ha scelto di non intervenire sul materiale raccolto e di presentarlo al pubblico senza un commento personale, come un mantra che, nel riunire tutte le risposte a ciascuna domanda, crea una comparazione orizzontale d’indubbia efficacia per il lettore. Vedremo come questo si rifletterà positivamente sull’adattamento teatrale che ne verrà tratto e tuttavia, proprio per l’interesse che suscita, mi chiedo se non potrebbe essere utile in un’eventuale riedizione del libro attribuire un nick a ogni persona, aggiungendo così la possibilità per il lettore di ricostruire la continuità o l’incoerenza di pensiero di uno stesso individuo anche mediante un indice, che segnali tutte le pagine in cui ciascuno manifesta, più o meno compiutamente, il suo io.
Ma come hanno risposto gli uomini intervenuti? Lo hanno fatto con sincerità? Non sappiamo. Alcuni sicuramente sì, altri probabilmente sono andati in fuga da se stessi per allontanare il disagio di doversi confrontare con quei simili che nella vita reale violentano le donne, per sfuggire alla paura di individuare una radice comune assai indigesta tra l’atteggiamento del violentatore e il desiderio o l’approccio sessuale soggettivo.
Quel che possiamo cogliere con certezza è il vantaggio che chi ha risposto ha potuto trarre dal doversi, spesso per la prima volta, interrogare, dal tentativo di mettersi in discussione, dal guardarsi dentro per conoscere le proprie pulsioni e gli stereotipi, per dare a sé, nel fornirla a Lanfranco, una risposta ragionevole e piena.
È un vantaggio che non esaurisce la sua funzione benefica solo per chi ha parlato, anzi scritto. Il libro infatti ha avuto un altro risvolto. Il 20 aprile 2013 a Sussisa, paesino a poca distanza da Genova, è stato posto in scena per la prima volta Manutenzioni – uomini a nudo, un atto unico tratto da questo testo con un adattamento curato da Lanfranco insieme a Laura Guidetti e Ivano Malcotti, un regista che è anche autore di un teatro sociale e politico.
Manutenzioni – uomini a nudo toccherà ancora altre piazze italiane, coinvolgendo non soltanto un pubblico di volta in volta differente ma attori sempre diversi. Gruppi di uomini non professionisti ma interessati al progetto dopo qualche giorno di prove leggono le parole di altri uomini, le fanno proprie e le vestono del loro corpo, un corpo che, come emerge dalle risposte e dalle conseguenti riflessioni di Lanfranco, si trova ad affrontare la sessualità senza nessuna preparazione adeguata, quasi sempre col supporto quanto meno iniziale della pornografia e con una per noi donne strana costante: «Nessun uomo allude» dice Lanfranco, «all’eventualità che il corpo maschile possa essere pensato come corpo paterno».
In effetti leggendo il libro si nota che chi ha scritto di figli lo ha fatto solo in quanto figli ne ha già. Colpisce e non poco l’assenza di questo elemento dall’immaginario maschile; la diffusa «non autocoscienza di paternità» si rivela così come tratto sicuramente emblematico della visione parziale di sé che è stata concessa agli uomini di avere da quella società patriarcale, di cui non è stato ancora sancito il tramonto.

Prossime piazze: Modena, Pinerolo, Lugo di Romagna e Genova, con due laboratori in due quartieri della città.
Il 2014 vedrà forse un adattamento del copione da parte del gruppo professionistico Teatro Stregatti di Alessandria.

Milano, 8 novembre 2013                                                                                                       © Iole Natoli

4 commenti:

  1. nessun uomo allude all'eventualità del corpo maschile come corpo paterno perchè non è il corpo maschile ad essere gravido..questo è un fatto che non può essere ignorato

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    1. il desiderio e l'approccio sessuale soggettivo dell'uomo nel momento in cui rispetta la volontà della donna non ha niente a che fare con quello del violentatore

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  2. Non ne sarei tanto sicura. La situazione dei padri gay dimostra il contrario, benché è evidente che neanche loro possano generare un figlio nel senso di avere una gestazione e di partorirlo. Un corpo materno è qualcosa di più di un corpo che realmente partorisce, è un'attitudine mentale e credo che la questione della paternità sia stata fin qui vissuta in modo molto ambiguo dagli uomini, proprio perché collegata in massima parte all'idea di continuità di una "stirpe" attraverso la proprietà del figlio (vedi cognome ma non solo quello).

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  3. Quanto alla questione del violentatore sono d'accordo con te ma le risposte date spontaneamente dagli uomini NON vanno tutte in questa direzione. Non dobbiamo sostituirci a chi ha risposto. Sarebbe molto più interessante poter analizzare il perché di certe convinzioni o percezioni di sé.

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