venerdì 2 gennaio 2015

SOCIETÀ / PANICO E VIOLENZE INCONSUETE SUL "NORMAN ATLANTIC"


NORME DI SALVATAGGIO E DOMANDE
di Iole Natoli

Oggi un amico di FB mi ha chiesto cosa penso del comportamento dei naufraghi del traghetto Norman Atlantic, con uomini che a quanto pare avrebbero dato pugni e calci a donne e bambini per salvarsi (->∆).
“Un atto simile”, ha scritto il mio amico, “potrebbe essere compreso,  


ma non giustificato solo in casi di panico dei singoli e non a livello collettivo, ma non credo che sia possibile accertarlo”.

E infine la domanda. Dando per scontato che in caso di pericolo la prima cosa da fare sia mettere in salvo i bambini, ha specificato, “è ancora valido il criterio di privilegiare le donne o, sulla base di un principio di assoluta parità, anche in questo caso non deve esistere nessuna differenza e priorità?”.

Non si è trattato di una mossa provocatoria, ma di una spontanea riflessione su un caso e sui criteri nei quali si iscrive.
Leggendo i vari articoli di cronaca, mi ero posta anch’io questo problema e non solo nei confronti delle donne.
Se diciamo prima i bambini è spiegabile e dunque giusto per due ragioni:
i bambini sono meno attrezzati per resistere, in linea di massima, sul piano fisico e psicologico e hanno anche una maggiore aspettativa di vita. Da questo punto di vista, nel morire perdono di più.
Le donne? Ce ne potrebbero essere di gravide e questo porterebbe a una maggiore vulnerabilità fisica e psichica e dunque sarebbe spiegabile e giusto dare loro la precedenza, anche per i nascituri. Si tratterebbe infatti di due vite e non di una soltanto. Come si fa però a valutarlo, tranne che nei casi più evidenti?
Gli anziani. Sicuramente sono meno resistenti e dunque più esposti su entrambi i fronti (fisico e psichico), ma in caso di morte perdono meno di tutti gli altri.
La comunità. Come si fa a stabilire che per la comunità un anziano, uomo o donna che sia, “vale meno” di un adulto e perfino di un bambino? Tra uno o due anni di vita di un Borges o di una Stephanie Kwolek (tanto per fare un paio di nomi) e un’ottantina di un ex bimbo/a di cinque anni ci potrebbe essere una differenza abissale.
È un bel rompicapo e non so proprio cosa rispondere, né a lui né a me stessa.
L’unica cosa che so è che ci sono adulti che rischiano la propria pelle in un incendio per salvare una bestiola che rischia la morte e che ci sono adulti (in questo caso uomini, sì, ma automaticamente “esclusi”) che picchiano a destra e a manca, sfruttando così la debolezza altrui, specie dei piccoli, per pensare unicamente a sé. E dubito molto che tra costoro si annidasse nella circostanza in questione un qualche genio prezioso per la comunità.

2.01.2015
© Iole Natoli  

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