Gpa o della più intima continuità umana negata di Iole Natoli | ||||||
| Nell’attuale esplosione di contrasti che si accompagna al tema della cosiddetta maternità surrogata, accade di sentire le opinioni più incredibili anche da parte di psichiatri o psicanalisti - non molti per fortuna - che dovrebbero avere uno sguardo più attento alle prime emozioni dell’infanzia. Perché di fatto di tutto si discetta tranne che del diritto naturale del bambino (quello reale perché nato, non quello fittizio esistente solo come progetto da realizzare comunque), che consiste nell’aver riconosciuta e tutelata la propria continuità | |||||
esperienziale, che lo lega alla vita intrauterina in cui ha appreso a decifrare e costituire il suo piccolo mondo, attraverso le reazioni emotive e la voce della donna che lo ha avuto in grembo per così tanti mesi. La relazione intima - la più intima esistente nell’esperienza umana, che non a caso Fassina chiama “spirituale” - con quella donna (e non con un petto straniero che, cancellando, si autoconvince di accogliere al meglio) è l’unico passato del neonato, l’unica connessione al suo vissuto che in quel momento coincide col suo intero universo; e tuttavia, per soddisfare il desiderio dei “genitori programmati” (di che sesso m’interessa assai poco), il taglio del cordone ombelicale diviene un gesto ben più drammatico e intrinsecamente autoritario. Autoritario perché effettuato nell’interesse degli aspiranti genitori e dunque di un interesse del tutto estraneo al bambino, che è titolare di diritti propri fin dal momento stesso della nascita e non ne diviene titolare dopo, per gentil concessione dei suoi committenti. E stabilire quale danno possa o non possa ricavare dallo stravolgimento di quella naturalità cui ha diritto, diviene sul piano giuridico irrilevante ai fini della pretesa cancellazione del diritto stesso. Di quell’essere totalmente indifeso, muto perché non ancora in grado di concettualizzare ed esprimere la propria soggettività ma non di provare emozioni e di vivere conseguentemente di quelle, si pensa di poter fare qualsiasi cosa. Anche di recidere le sue radici a suon di contratti - con pagamento ufficiale di prestazione o no, rispetto a quanto considerato cambia poco - come da nuova proposta di legge presentata dai Radicali dell’Associazione Coscioni, che prevede la cessione totale e incondizionata del neonato, con una stipula contrattuale irrevocabile. Roba da brivido e, se i brividi potessero avere il potere di esorcizzare davvero la protervia, allora bisognerebbe augurarne tantissimi a questa dissestata umanità. La disumanità di quest’atto è tanto alta che perfino gli organi di stampa cattolica, storicamente opposti alle istanze del femminismo, ospitano ultimamente interviste in cui qualcuna, la giornalista svedese Kajsa Ekis Ekman, può giungere addirittura ad affermare: “La patriarchìa da sempre equivale a mettere i diritti dei padri al di sopra di quelli delle madri, e per questo la maternità surrogata è da considerarsi un fenomeno profondamente patriarcale” (=>). Stupisce che la Chiesa cattolica si stia accorgendo solo adesso delle implicazioni esistenti nella struttura patriarcale, che ha sempre sostenuto in ogni modo. Mi auguro che non debba più capitarmi di sentire o leggere lamentele cattoliche all’avvento del solo cognome materno, o anche del cognome materno, per la prole. C’è un lungo filo che lega certi eventi e non ripeterò quello che ho già analizzato altrove, perché non lo trovo necessario. Chi vuole può provare a immaginare il contenuto già dal titolo di questi miei articoli apparsi in un altro mio blog, a cui per un eventuale approfondimento rimando : - “Dal Cognome Materno ancora quasi dovunque assente alla prassi dell’Utero in Affitto / Le trame sotterranee della Storia” (=>); - oppure “Cognome Materno assente, il precedente storico dell’Utero in Affitto / Dall’occultamento della Donna nel Cognome dei Figli all’attacco alla Maternità della Donna” (=>); - o ancora “GPA, dell’assenza del #CognomeMaterno / Fare un Figlio per Altri o della soggezione patriarcale” (=>). Ho scritto tanto su questo argomento da poter legittimamente affermare che c’è il solo imbarazzo della scelta. In questo blog ho pubblicato molti altri articoli sul tema dell’autodeterminazione, della responsabilità personale, dell’indebita correlazione tra Aborto e Gpa e qualche riflessione su un’ipotesi di regolamentazione di una GSaps (Gravidanza Solidale anche per sé), che potrebbe consentire FORSE - e insisto sul forse, non do per scontato che sia auspicabile e fattibile - un approccio diverso, ponendo in primo piano il diritto del bambino di non essere allontanato dalla madre, che lo ha aiutato a formarsi e lo ha partorito, e quello della gestante-partoriente, parente o amica (strettamente amica) degli aspiranti genitori, di avere una partecipazione effettiva alla vita immediata e futura del bambino. | ||||||
Articoli precedenti sul tema, a ritroso: 6 - Del 16 febbraio 2016No a Utero In Affitto e GPA / “Gestazione Solidale anche per sé”, tra divieto e possibilità.
La “Gestazione Solidale anche per sé” potrebbe non essere in contrasto col divieto
di Utero in Affitto e di Gpa (link) 5 - Del 13 febbraio 2016
Gpa e accordi mondiali / Lettera aperta a Cristina Comencini Quale progetto da discutere all’ONU? (link) (per la risposta, visitare il blog) 4 - Del 30.01.2016
GPA o “Maternità Solidale” / Cerchiamo di arrivare a una coerenzaLa tecnologia non è autonoma e sovrana né può essere scissa dall’etica (link)
3 - Del 30.01.2016 GPA / Dell’assenza del #CognomeMaterno Fare un figlio per altri o della soggezione patriarcale (link) 2 - Del 18 dicembre 2015
La Gpa bocciata in Europa è però molto presente nel mondo Diversamente Madre (link) 1 - Del 12 dicembre 2015
"Gpa", Autodeterminazione e Diritti / Come intendere una “Maternità Solidale” Può la responsabilità personale essere oggetto di dono o di vendita? (link) |
sabato 5 marzo 2016
#UteroInAffitto o #GPA e il DIRITTO NATURALE del BAMBINO
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