Da THE PRESIDENT a LA PRESIDENTE del Consiglio in Italia |
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Di Iole Natoli |
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Cara Giorgia, alias Illustrious
Mr. President, Una nota della Presidenza del Consiglio ha reso noto che il cerimoniale prevede l’uso del maschile per le funzioni che La riguardano. Qualcun altro – anzi qualcun’altra, trattandosi di Nunzia De Girolamo - ha ricordato durante una puntata televisiva di “Piazza pulita” che in Costituzione il ruolo indicato per Lei e per le donne che compongono il suo Governo è al maschile: “il Presidente” e “il Ministro”. Diciamo dunque che se all’atto della sua assunzione del ruolo di Presidente del Consiglio e della nomina dei membri del Governo Lei ha usato il maschile, la sua presentazione della lista può perfino essere considerata impeccabile. L’impeccabilità però si ferma lì e ci accingiamo a indicarne il perché. Se le cariche pubbliche e i ruoli istituzionali sono scritti al maschile è perché TUTTE le cariche pubbliche sono state pensate SOLO per i maschi nei secoli bui del patriarcato, le cui propaggini giungono ancora oggi sino a noi. Lei e i membri del nuovo governo avete giurato sulla Costituzione. Tutta
al maschile. Ricordiamo le circostanze e le
date di quando è stata scritta quella Carta. Era
stato CONCESSO alle donne il voto attivo da poco (31 gennaio 1945) e
poco dopo venne loro CONCESSO di potere anche essere elette (voto
passivo, 10 marzo 1946). C’è un articolo della Costituzione che recita: Vede, Presidente, la consuetudine di analizzare le parole ci ha
condotte, ormai da molti anni, a riflettere sulle leggi. La Costituzione,
poi, è il “Libro fondamentale” della nostra Repubblica, come si fa a non
esaminarne gli articoli? E così Le chiediamo: 2 – se tale affermazione riguarda anche la stessa Costituzione, non crede che l’oscuramento del sesso femminile, di cui soffre anche la nostra Carta, sia da considerare in contrasto con la pari dignità sociale di cui al primo comma dell’art. 3? 3 – Se il secondo comma dell’art. 3 afferma che «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana», non crede che il linguaggio tutto al maschile della Carta costituzionale vada cambiato? Lei è la prova vivente degli anni intercorsi dal varo della Costituzione
(1948) sino al momento in cui UNA DONNA è stata posta a capo della Presidenza
del Consiglio in Italia (2022). Non ci
sono voluti 74 anni per caso. Presidente, sappiamo che Lei ha in programma di modificare la
Costituzione nel senso di rendere il nostro Stato una repubblica
presidenziale. Lei sarà anche conservatrice, come afferma, ma non può esserlo al punto da voler mantenere inalterata un’arcaica definizione dei ruoli, tipica di tempi storici ben più ingessati dei nostri. Come si può dimenticare che quelle formulazioni linguistiche sono state ereditate, a dispetto della rielaborazione dei contenuti, dal sistema legislativo del precedente regime monarchico, paradigma di un clima sociale che considerava lecito estromettere le donne non solo dal potere politico ma perfino dai fondamentali diritti della persona? Il suo conservatorismo dichiarato non l’ha portata ad autoescludersi in
omaggio a una tradizione, che nelle stanze più alte del potere ha voluto sin
qui soltanto gli uomini. Il suo essere
donna, al di là delle tante
diversità delle donne, Lei non lo nasconde anzi lo proclama. Nell’attesa, Le porgiamo i nostri saluti. Aderiscono: Giovanna Berna, Angiola Pitzalis, Ester Rizzo, Pierina Di Salvo, Marina Petrucci, Alessandra Adesso, Nathalie Niki Pellegrino, Roberta Fumagalli , Ekaterina Menchetti, Daniela Fusari, Sara Marsico, Daniela Anna De Carlo, Laura Simeone, Danila Baldo, Giovanna Ferrari, Iole Granato, Grazia Speranza, Floriana Baldassi D'Arrigo. |
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31 Ottobre 2022 |
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Hanno aderito dopo l'invio della mail: Silvia Magistri, Carmen Mirabella, Concetta Contini, Anna Rita Strina, Serafina Di Majo, Idanna Matteotti. |
domenica 30 ottobre 2022
THE PRESIDENT / Lettera n.2 a #GiorgiaMeloni
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