La “Gestazione Solidale anche per sé” potrebbe non essere in contrasto col divieto di Utero in Affitto e di Gpa
di Iole Natoli
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Nota preliminare: questo scritto rappresenta la continuazione dei miei articoli precedenti linkati in calce, in particolare dell’ultimo del 13 febbraio. Presupposto di base è dunque la stesura di una carta mondiale che preveda un doppio binario come già specificato altrove (link).
Non più gestazione per altri, ma gestazione solidale anche per sé. Il per sé non può essere escluso dal dono. Senza assumersi una responsabilità personale (dunque non cedibile ad altri) verso quel che viene donato, si può donare un oggetto, forse un animale, ma non un essere umano.
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Se con la parola dono si intende il “dono della vita” - concetto in sé abbastanza discutibile dato che dovrebbe casomai esser definito come “dono di una buona vita assicurata”, altrimenti è condanna e non dono - esso non esime i genitori biologici dalla responsabilità verso il figlio e dunque non si vede perché dovrebbe esserne esente la gestante, che alla possibilità di quella vita ha partecipato volontariamente e in modo non meno decisivo degli altri. Giuridicamente è del tutto inconcepibile, data la volontarietà del suo gesto.
Di fatto, “grazie” agli ultimi ritrovati della tecnica, si può partecipare al dono in più modi. Donando un gamete, maschile o femminile che sia (il dono tuttavia non è vendita), o donando una gestazione. Da notare che il dono di una gamete al figlio non è prerogativa di alambicchi. In condizioni usuali l’incontro di un gamete maschile e femminile nel corpo della donna, incontro da cui si scatena il processo di moltiplicazione cellulare che darà origine a una nuova vita, è “dono” (sempre che non diventi una condanna, come notato prima), a cui si aggiunge il “dono” di ospitalità da parte della futura madre (che dunque di “doni” ne fa due).
Ne consegue che in caso di “dono associato”, tutti i donatori avrebbero in via teorica egual titolo a essere considerati genitori, anche i donatori (e non venditori) di gameti e pertanto ad avere l’obbligo/diritto di occuparsi in maggiore o minore misura del nato/a. Cosa che, nel caso del dono di un gamete - di due non lo considero nemmeno, in questo caso si adotta e non si pretende di generare o di far generare - e del dono di una gestazione al progetto di figlio per una coppia, porterebbe a 4 genitori uno dei quali privo di legame di un qualsiasi tipo col figlio progettato, ma solamente associato all’idea tramite interposta persona (coniuge o compagno/a).
Si potrebbe obiettare che l’eterologa, cui si ricorre dappertutto o quasi, prevede una cosiddetta donazione di gamete, maschile o femminile, senza condizioni o condizionamenti per la coppia che lo riceve. Come dire: prendi (abitualmente comprando) un gamete altrui, maschile o femminile che sia, e ti scordi dell’esistenza del titolare del gamete stesso. Certo, però in tal caso non è previsto anche un grembo esterno, ovvero nove mesi di gravidanza e un parto.
Ipotizzare una donazione di gamete nel caso di una Gestazione Solidale con una coppia eterosessuale - per il momento, allo scopo di non complicare maggiormente il discorso, analizziamo solo questa -, con scomparsa del donatore di gamete, porterebbe alla seguente situazione triadica paradossale:
- gestante solidale che partecipa con la gestazione + padre biologico che partecipa con il gamete + presunta madre né biologica né gestante che, unica del gruppo, riceve un bimbo che da nessun punto di vista è suo, ovvero “adotta” il figliastro esercitando nei suoi confronti un diritto/obbligo maggiore di quello della gestante solidale (che il figlio lo fa).
Ingoiata volontariamente dal nulla la donatrice/venditrice di ovulo, che rimane esterna ovvero sparisce.
Stessa cosa nel caso di una donna solo PartoImpedita che chiede l’aiuto di un’altra donna per un embrione fecondato con gamete non del partner. In questo caso avremmo:
- gestante solidale che partecipa con la gestazione + madre biologica che partecipa con il gamete + presunto padre né biologico né gestante che, unico del trio, riceve un bimbo che da nessun punto di vista è suo, ovvero “adotta” il figliastro esercitando nei suoi confronti un diritto/obbligo maggiore di quello della gestante solidale (che il figlio lo fa).
Ingoiato volontariamente dal nulla il donatore/venditore di spermatozoo, che rimane esterno ovvero sparisce.
Un po’ contraddittorio e complicato. Senza contare che con una simile combinazione la messa al mondo di un bambino/a sa proprio di “fabbrica”. Da rifletterci su. Che la Gpa in presenza di donazione di gamete estraneo ai richiedenti sia già stata fatta (si è fatto di tutto, d’altronde) e che altrove la si continui a fare non cambia la sostanza della perplessità esposta. Quel che si è fatto, è accaduto nell’esercizio proprio di ciò che qui si pensa invece di vietare a livello mondiale e cioè nell’ambito di una pratica di utero in affitto o di gestazione unicamente per altri. Non può dunque essere automaticamente importato in una pratica sostanzialmente diversa, quale quella di una ”gestazione solidale anche per sé” limitata all’ambito parentale o strettamente amicale, come già espresso altrove. La questione va esaminata in tutte le sue implicazioni e non può essere bypassata sulla base di un presunto diritto a generare. Diritto che non può esistere perché presuppone l’uso, per diritto, di un corpo altrui. Stiamo trattando dunque non di un diritto ma di una possibilità da analizzare.
Per tutte le clausole relative all’ammissibilità alla gestazione solidale, che qui implicitamente richiamo, rimando ai miei articoli precedenti, essendo superfluo che stia a ripetere ancora quanto scritto.
Per le possibili norme, leggere “Gpa e accordi mondiali / Lettera aperta a Cristina Comencini / Quale progetto da discutere all’ONU? (link).
Per i concetti di autodeterminazione e di responsabilità personale della gestante, leggere “Autodeterminazione e Diritti / come intendere una Maternità Solidale. Può la responsabilità personale essere oggetto di dono o di vendita?” (link).
Per l’assenza di nesso tra Aborto e Gpa o altra sua forma, leggere “Ma cosa c’entra la Gpa con l’Aborto? / L’abbaglio di un tandem fuor di luogo. La riflessione femminista s’incarta nel tentativo di ricondurre a principio unico Gpa e Aborto” (link).
Altri articoli sul tema:
“La Gpa bocciata in Europa è però molto presente nel mondo. Diversamente madre” (link).
“Gpa o Maternità Solidale. Cerchiamo di arrivare a una coerenza / La tecnologia non è autonoma e sovrana né può essere scissa dall’etica” (link).
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16.02.2016
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© Iole Natoli (link)
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martedì 16 febbraio 2016
No a Utero In Affitto e GPA / “Gestazione Solidale anche per sé”, tra divieto e possibilità
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