Da: Il COGNOME MATERNO in Italia nei matrimoni e nelle convivenze - 15 Gennaio 2012
Arte e Società
Iole Natoli e il Cognome Materno
Iniziative e Opere
Con articoli e iniziative specifiche Iole Natoli, giornalista e pittrice, si è occupata per diversi anni del cognome della famiglia, aprendo la lunga stagione dei ricorsi giudiziari per l'attribuzione del cognome materno ai figli. Nel luglio del 1980 presentava infatti un'istanza al Tribunale civile di Palermo, sollevando per la prima volta in Italia eccezione di costituzionalità, ai sensi degli articoli 3 e 29 della Costituzione, in relazione alla prassi corrente di attribuire ai figli nati nel matrimonio solamente il cognome paterno. Senza molte sorprese, la sua richiesta di ricorso alla Corte fu respinta dal Tribunale di Palermo, con la sentenza n. 865 del 1982 [presidente Stefano Gallo, relatore Salvatore Salvago].
La via legale non costituiva, però, per Natoli che un anello dell'intero percorso.
Ancor prima di decidersi a intraprenderla, aveva formulato gli articoli di base di un progetto di legge per l'attribuzione di due cognomi ai
figli, la cui prima e breve stesura fece la sua comparsa nel saggio “La soppressione della donna nella struttura familiare” (Il foglio d'arte, giugno 1979). Antecedente all'inizio della causa fu anche lo scritto pubblicato su un quotidiano, con il titolo “Ma è proprio obbligatorio il cognome del marito?” (L'Ora, 11 marzo 1980), che conteneva nuovamente gli articoli essenziali del progetto di legge. Vennero quindi “Ai figli il cognome della donna” (L'Ora 30 dicembre 1980) e “Perché al figlio il cognome del padre?” (L'Ora 25 gennaio 1982).
Nonostante l'esito negativo della causa, Iole Natoli non abbandonò la sua idea. Nel 1988 esponeva una formulazione più avanzata del suo progetto sul doppio cognome, nell'ampio nell'ampio saggio “Evoluzione sociale, modello familiare e formazione dell'identità: ipotesi per un mutamento” (Il Confronto meridionale, maggio 1988.
In anni più recenti, analizzando le motivazioni del rigetto esposte nella sentenza di Palermo, forniva in “Figli e figlie nati di donna” (noidonne, giugno 1996, rubrica di Roberta Tatafiore) riferimenti, analisi e suggerimenti, per più utili e nuove vie giudiziarie.
Fin dal 1981, si era occupata di portare il progetto a conoscenza di esponenti del Partito radicale (Adele Faccio), del Partito socialista (Margherita Boniver, Elena Marinucci), del PCI (Angela Bottari, Adriana Seroni, Simona Mafai) e del gruppo degli Indipendenti di Sinistra (Carla Ravaioli, sen. Riccardelli), stabilendo un contatto epistolare o diretto con alcuni di essi, per aprire la via a una legge sul doppio cognome in Parlamento. Non ottenne alcun esito immediato; altri impegni urgenti del momento indussero le parlamentari interessate, tra cui Angela Bottari, molto attratta dalla proposta ma assorbita, come altre del gruppo, dall'iter della legge contro la violenza sessuale, a rinviare a tempi migliori l'iniziativa per il doppio cognome.
Come artista, Iole Natoli ha dedicato al Cognome tre opere: “Patronimia”, scrittura testuale del 1980, “Il Cognome”, collage del 1980, e “Il Cognome di Famiglia”, elaborazione digitale del 1983.
Il 4 aprile del 2010 ha fondato su Facebook il gruppo "ITER DEL COGNOME MATERNO IN ITALIA nei regimi di matrimonio e di convivenza". Da quell'impegno sociale, è nato nel gennaio del 2012 il blog "Il COGNOME MATERNO in Italia nei matrimoni e nelle convivenze".
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© Iole Natoli
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mercoledì 23 maggio 2012
ARTE E SOCIETÀ / Iole Natoli e il Cognome Materno
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