Per la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne
UN VIDEO RAI SCARSAMENTE MEDITATO
di Iole Natoli | ||||
In copertina una donna dal volto tumefatto, per i colpi che qualcuno le ha inferto.
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Segue un’allegra sfilata di bambine, alle prese con i progetti per il futuro.
Ciascuna dice cosa vuol fare da grande, tutte professioni un tempo negate alle donne, finché l’allegra giostra lascia il posto al volto serissimo di una bambina bionda che annuncia: “Da grande finirò in ospedale, perché mio marito mi picchia”. Fine della piccola storia.
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Neanche “mi picchierà”, no, non è la previsione di un’uscita di senno deleteria, è una comunicazione di costanza. Mio marito abitualmente mi picchia e io sto là a lasciarmi picchiare, salvo andare poi in ospedale per cercare di salvare la pelle.
È possibile che la bimba costituisca la versione infantile della donna che abbiamo visto all’inizio o che ne rappresenti la figlia. Occhi azzurri in entrambe, capelli castani o forse d'un biondo scurito nell’adulta. Cosa ci comunica questa continuità lasciata in ombra? Che tutte le donne sono state bambine e che qualcuna di esse non vedrà realizzati i suoi sogni perché si imbatterà nel suo nemico che disegnerà per lei una sorte diversa? Sicuramente si voleva suscitare empatia. Già. E poi? A cosa dovrebbe portare l’empatia? Su questo fronte non si fa neanche un passo, non si offre una traccia, non si disegna il benché minimo percorso.
Ed è per questo che lo spot appare mal congegnato e dannoso. Si ferma dove dovrebbe cominciare. Suscita uno stato di allarme che però non ha sbocco. Non dando indicazioni di rivolta, riesce solamente a veicolare un messaggio di irrevocabilità della violenza come destino. Un senso di impotenza pervade chi ne viene raggiunto e che da questo possa nascere un superamento, una presa di coscienza e un’azione, una rivolta maschile o femminile è solo una supposizione degli autori.
Per chi è stato pensato? Per le donne? Per gli uomini? Per i bimbi e le bimbe? Se per loro è un errore ben grave, perché dopo l’annuncio shock non fornisce nessuno strumento per l’elaborazione e dunque richiede necessariamente l’intervento di un adulto educatore, abile e consapevole, in grado di far superare i grossi limiti che lo spot contiene.
E chi di questa qualificata presenza non dispone che fa? Lo subisce e basta.
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25.11.2016
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© Iole Natoli
(link)
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venerdì 25 novembre 2016
Violenza contro le donne / Uno spot targato Rai che sarebbe stato meglio NON fare
lunedì 7 marzo 2016
8 Marzo 2016 e Gpa
GPA o MORTE - LA CULTURA LIBERTICIDA DEL BAVAGLIO
di Iole Natoli
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In questi giorni di PRETESA DI BAVAGLIO Pro-Gpa-Libera-Mondo, accade perfino che in un gruppo "FEMMINISTA" di Facebook ti cancellino senza nemmeno dirti il perché e che, se chiedi lumi alla comunità correlata, non ti si risponda nemmeno.
In questi giorni di “democratica” agonia del pensiero, che prevede che a parlare siano solo gli/le autodefinitesi-non-schierate/i, in realtà più schierat* di un plotone d’esecuzione, accade che ti arrivi tramite newsletter questa immagine da un membro parlamentare di SEL.
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sabato 5 marzo 2016
#UteroInAffitto o #GPA e il DIRITTO NATURALE del BAMBINO
Gpa o della più intima continuità umana negata di Iole Natoli | ||||||
| Nell’attuale esplosione di contrasti che si accompagna al tema della cosiddetta maternità surrogata, accade di sentire le opinioni più incredibili anche da parte di psichiatri o psicanalisti - non molti per fortuna - che dovrebbero avere uno sguardo più attento alle prime emozioni dell’infanzia. Perché di fatto di tutto si discetta tranne che del diritto naturale del bambino (quello reale perché nato, non quello fittizio esistente solo come progetto da realizzare comunque), che consiste nell’aver riconosciuta e tutelata la propria continuità | |||||
esperienziale, che lo lega alla vita intrauterina in cui ha appreso a decifrare e costituire il suo piccolo mondo, attraverso le reazioni emotive e la voce della donna che lo ha avuto in grembo per così tanti mesi. |
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Utero in affitto
domenica 28 febbraio 2016
Le Unioni civili, l’errore della #StepChildAdoption, il clima sociale
COME TI CAPOVOLGO LA REALTÀ
O L’ANALISI NON RADICALE DEL PENSIERO
di Iole Natoli
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In un’intervista su repubblica.it sulla fiducia posta e ottenuta dal Governo per le Unioni civili al Senato, alla domanda “come mai non è deluso?”, l’ex deputato Franco Grillini, militante del movimento LGBT e presidente onorario dell’Arcigay, così risponde: «Perché lo abbiamo cambiato lo stesso, questo paese. (…) Abbiamo fatto una rivoluzione civile nonviolenta e qualcuno non se n'è neanche accorto» (link). Non tutti però hanno la stessa serenità di sguardo e la stessa obiettività di giudizio e questo sia tra gli omosessuali che tra i commentatori estranei al movimento.
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mercoledì 24 febbraio 2016
Gpa e questione etica / Cristina Comencini risponde alla lettera aperta di Iole Natoli
martedì 16 febbraio 2016
No a Utero In Affitto e GPA / “Gestazione Solidale anche per sé”, tra divieto e possibilità
La “Gestazione Solidale anche per sé” potrebbe non essere in contrasto col divieto di Utero in Affitto e di Gpa
di Iole Natoli
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Nota preliminare: questo scritto rappresenta la continuazione dei miei articoli precedenti linkati in calce, in particolare dell’ultimo del 13 febbraio. Presupposto di base è dunque la stesura di una carta mondiale che preveda un doppio binario come già specificato altrove (link).
Non più gestazione per altri, ma gestazione solidale anche per sé. Il per sé non può essere escluso dal dono. Senza assumersi una responsabilità personale (dunque non cedibile ad altri) verso quel che viene donato, si può donare un oggetto, forse un animale, ma non un essere umano.
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sabato 13 febbraio 2016
GPA E ACCORDI MONDIALI / LETTERA APERTA A CRISTINA COMENCINI
GPA e QUESTIONE ETICA / Quale progetto da discutere all’ONU?
di Iole Natoli
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Gentile Cristina Comencini,
partecipo come altre al dibattito sull’Utero in affitto, detto più asetticamente GPA, e personalmente sarei lieta per diverse ragioni se tale pratica venisse eliminata su tutto il pianeta. Nutro però non pochi dubbi sulla fattibilità di un’abolizione globale.
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venerdì 12 febbraio 2016
A CARTE SCOPERTE / #Cirinnà #StepChildAdoption
mercoledì 10 febbraio 2016
Emendamento al DdL per le Unioni Civili (#Cirinnà)
MODESTA PROPOSTA PER PREVENIRE
scriveva G. Berto - Sul
DdL per le Unioni Civili, anche noi
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di Iole
Natoli
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Facebook serve a volte anche a questo, a creare la proposta di
un emendamento che sarebbe ben
potuto venire in mente in realtà a chi sta gestendo, nel bene e nel male, le
vicende del DdL sulle Unioni civili, inteso come Legge Cirinnà.
«Basterebbe che la legge
sulla stepchild adoption prevedesse che il figlio del coniuge risultasse
adottabile solo se concepito secondo le leggi italiane. Essendo l'utero in
affitto illegale in Italia, chi usufruisse per il futuro di questa pratica
resterebbe fuori dalla possibilità di adottare. Mi pare una soluzione
semplice e praticabile», scriveva Cristina
Favati di Snoq Genova.
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martedì 2 febbraio 2016
La GPA, il FEMMINISMO e la CHIESA
Tra
Femminismo e Chiesa nessuna “Santa Alleanza”
ma soltanto una convergenza su un tema che non cancella le opposizioni di fondo | |||
di Iole Natoli
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Mi riferisco a uno scritto di Marina Terragni, apparso oggi 2 febbraio sul blog Maschile / Femminile di Io Donna (link).
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Lo faccio anche perché Marina, che mi conosce per avermi intervistata sul Cognome Materno in passato, ha riportato sia pure un po’ in sintesi una frase pronunciata da me il 26 gennaio, in occasione di un incontro sulla cosiddetta “maternità surrogata” presso la Libreria delle Donne di Milano. La mia frase originaria, da lei resa in modo sintetico, era: «Non sono io che la penso come la Chiesa; è la Chiesa che la pensa come me, che sono laica», pronunciata in risposta ad altre intervenute che accusavano le femministe - o almeno quelle presenti nella sala - di aver adottato la posizione espressa dalla Chiesa cattolica.
Nel suo articolo Marina Terragni si dichiara d’accordo su questa impostazione ma da lì passa ad attribuire alla Chiesa una vicinanza alle donne, cosa da cui io prendo le distanze.
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domenica 31 gennaio 2016
Contro il #FamilyDay dell’ignoranza
La devianza mentale di una piazza
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di Iole Natoli
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Chi crede che negare lo statuto
di famiglia alle coppie omosessuali incrementi l’eterosessualità mostra di
non capire nulla in assoluto. Non ci sarà un maggior numero di eterosessuali
vietando questi matrimoni o queste unioni civili; ci saranno solo più
omosessuali a disagio e più bambini con una famiglia a metà, che rischia di
ridursi a zero in certi casi.
Se si vuole combattere l'utero
in affitto o la gpa indiscriminata, questione di natura diversa, è altrove
che vanno concentrati gli sforzi (link)
con calma, con competenza, con
tenacia. Anche perché massime affituarie dell'utero sono quelle coppie
eterosessuali “PartoImpedite”, che preferiscono questa via innaturale
all’adozione col patentino della "normalità" coniugale.
E allora, un po’ di serietà, care piazze italiane del 30
gennaio di quest’anno, perché questa è la qualità che vi manca.
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31.01.2016
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